mercoledì 15 giugno 2016

Famiglia del quarto Hokage e famiglia secondo Francesco primo!


Ciao a tutti,
oggi è mercoledì e stasera non so cosa fare. Forse guarderò la televisione. Non credo di andare fuori l'ultima serata in cui sono uscita è stata quando ancora avevo scuola e devo dire che grazie all'orario di entrata delle 13:30 del giovedì non ho sofferto di crisi da sonno. Insomma

mercoledì 25 maggio in occasione della Festa parrocchiale noi della Cresima ci siamo avventurati all'ascolto della relazione di Don Paolo Gentili  (direttore dell'Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI) ... su Amoris Laetitia!

La proiezione delle diapositive e le spiegazioni sono state fortemente volute da Don Marco che dice che la stampa travisa le notizie dando informazioni solo delle cose di contorno senza scrivere i dettagli delle essenziali e sostanziose affermazioni importanti. L'incontro è iniziato alle 21 e io mi sono fatta accompagnare a casa in fuoristrada (quindi andare ne è valsa doppiamente la pena :) 
Ancora non ho avuto modo di leggere tutta l'esortazione di Papa Francesco.... ma comunque pensavo di fare quello che ha consigliato Don Paolo, ai genitori, nonni, educatori, catechisti e presenti ha detto di leggere con attenzione il   Capitolo VII:  Rafforzare l’educazione dei figli. 
Speriamo che riesco a farlo entro la fine di questa settimana. 

Arrivederci al prossimo post!
Fra79


P.S. E se avete tempo potete leggere le riflessioni esposte durante la serata.


                                                Amoris Laetitia
Don Paolo Gentili
Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale familiare della Conferenza Episcopale Italiana

Il poliedro della sinodalità frutto di ascolto, confronto, sguardo su Cristo[1]
Possiamo definire l’Amoris Laetitia un «prezioso poliedro»[2] di 325 paragrafi, frutto di ascolto, confronto, sguardo su Cristo[3], nell’orizzonte della sinodalità.
Un percorso di Chiesa di oltre due anni, un doppio Sinodo, arricchito da due ampie consultazioni del Popolo di Dio, un lavoro collegiale sul documento (9 capitoli in stili diversi[4]).
Il Santo Padre precisa di non attendersi soluzioni istantanee.
«Ricordando che il tempo è superiore allo spazio, desidero ribadire che non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero»[5].
Si chiede un nuovo sguardo capace di cogliere le modalità per diffondere e attuare il vangelo della famiglia nel contesto contemporaneo.
«Siamo chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle»[6].

Una speciale chiave di lettura: il collirio della Misericordia
Papa Francesco nelle conclusioni del Sinodo, il 24 ottobre 2015, offre una speciale chiave di lettura.
«L’esperienza del Sinodo ci ha fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito; non le idee ma l’uomo; non le formule ma la gratuità dell’amore di Dio e del suo perdono»[7].
La Misericordia, a cui l’anno Giubilare ci invita, potrà essere il collirio per questo nuovo sguardo, accrescendo la generosità che si vive nei legami coniugali e familiari e incoraggiando ad aprire maggiormente il cuore verso le situazioni in cui la vita familiare non si realizza perfettamente[8].
Questo documento non richiede una lettura cursiva; piuttosto potrà essere utilizzato nelle sue varie parti secondo le esigenze del momento e, a seconda, dei fruitori[9]: coniugi, intere famiglie, operatori pastorali, consigli presbiterali, consigli pastorali parrocchiali o diocesani.

Capitolo I:     Alla luce della Parola
Capitolo II:    La realtà e le sfide delle famiglie
Capitolo III:   Lo sguardo rivolto a Gesù- la vocazione della famiglia
Capitolo IV:   L’amore nel matrimonio
Capitolo V :   L’amore che diventa fecondo
Capitolo VI:   Alcune prospettive pastorali
Capitolo VII:  Rafforzare l’educazione dei figli
Capitolo VIII: Accompagnare, discernere e integrare la fragilità
Capitolo IX :   Spiritualità coniugale e familiare

È il Papa stesso che delinea l’articolazione del documento offrendo la bussola per orientarsi:
«Nello sviluppo del testo, 1) comincerò con un’apertura ispirata alle Sacre Scritture, che conferisca un tono adeguato. A partire da lì 2) considererò la situazione attuale delle famiglie, in ordine a tenere i piedi per terra. 3) Poi ricorderò alcuni elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e la famiglia, per fare spazio così ai 4) 5) due capitoli centrali, dedicati all’amore. In seguito 6) metterò in rilievo alcune vie pastorali che ci orientino a costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio, e dedicherò 7) un capitolo all’educazione dei figli. Quindi 8) mi soffermerò su un invito alla misericordia e al discernimento pastorale davanti a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore ci propone, e infine 9) traccerò brevi linee di spiritualità familiare»[10].

Un nuovo linguaggio: la sinfonia delle differenti note che costituiscono la Chiesa
Si percepisce nel testo un linguaggio nuovo che raccoglie la freschezza e le differenti sensibilità della Chiesa Universale: dalla Corea alla Spagna, dalla Colombia al Kenya, dall’Argentina all’Italia (al n. 207 vengono citati gli Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia della CEI). Oltre alla Parola e ai testi del Magistero, vengono riportati al n.118 brani di Martin Luther King, al n. 129 un episodio del film Il pranzo di Babette, al n. 284 viene citato Erich Fromm, al n. 320 Dietrich Bonhoeffer, al n. 322 Gabriel Marcel.
Particolarmente bella è la lectio in chiave familiare sull’Inno alla Carità di 1 Cor 13, dal n.90 al n. 119. È un tracciato dell’«amore artigianale» che Papa Francesco ha descritto ai fidanzati, come piccolo itinerario quotidiano[11]. Soprattutto però significa, nella consapevolezza di ciò che sottolineava Benedetto XVI, spalancare loro un orizzonte di felicità: il compiersi della propria vita nell’amore sponsale, con tutte le sue espressioni e significati.
«L'amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente e all'essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono». [12]

L’ossatura del testo è costituita dalla Relatio Synodi che i Padri Sinodali hanno consegnato al Santo Padre nel Sinodo del 2015.
È un linguaggio all’insegna della concretezza e denso di sensibilità pastorale, che esce dai soliti schemi e chiede un cambio di volto dell’intera comunità cristiana e un aiuto da famiglia a famiglia, come ad esempio quando ci si riferisce a chi, dopo il matrimonio, si allontana dalla comunità.
«È vero che molte coppie di sposi spariscono dalla comunità cristiana dopo il matrimonio, ma tante volte sprechiamo alcune occasioni in cui tornano a farsi presenti, dove potremmo riproporre loro in modo attraente l’ideale del matrimonio cristiano e avvicinarli a spazi di accompagnamento: mi riferisco, per esempio, al Battesimo di un figlio, alla prima Comunione, o quando partecipano ad un funerale o al matrimonio di un parente o di un amico. Quasi tutti i coniugi riappaiono in queste occasioni, che potrebbero essere meglio valorizzate. Un’altra via di avvicinamento è la benedizione delle case, o la visita di un’immagine della Vergine, che offrono l’occasione di sviluppare un dialogo pastorale sulla situazione della famiglia. Può anche essere utile affidare a coppie più adulte il compito di seguire coppie più recenti del proprio vicinato, per incontrarle, seguirle nei loro inizi e proporre loro un percorso di crescita. Con il ritmo della vita attuale, la maggior parte degli sposi non saranno disposti a riunioni frequenti, e non possiamo ridurci a una pastorale di piccole élites. Oggi la pastorale familiare dev’essere essenzialmente missionaria, in uscita, in prossimità, piuttosto che ridursi ad essere una fabbrica di corsi ai quali pochi assistono»[13].

Accompagnare, discernere e integrare l’amore fragile
L’atteggiamento verso le fragilità dell’amore è privo di sentenze di condanna e assume come orizzonte la «legge della gradualità» di cui parla San Giovanni Paolo II in Familiaris Consortio al n.34.
È chiaro che è un atteggiamento che un papà e una mamma, che non siano despoti, mettono quotidianamente in pratica, avendo verso i figli uno sguardo differenziato, a seconda del periodo che ciascuno sta attraversando e avendo più comprensione per il figlio più debole e insegnando ai suoi fratelli ad avere nei suoi confronti lo stesso atteggiamento. ”Noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi” (Rom 15,1).
Papa Francesco ha una fiducia profonda nell’efficacia della Grazia sacramentale del matrimonio, che può sgorgare nel cuore di ogni figlio o figlia di Dio e portare in quelle giare il vino nuovo del suo amore: il vino nuovo offre occhi nuovi.
Accompagnare, implica mettersi accanto nello stile di Emmaus (cfr. Lc 24, 13-35), addirittura fingendo all’inizio di non sapere, come fa Gesù: “"Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò loro: "Che cosa?" (Lc 24, 18-19).
 Discernere, significa implorare la luce dello Spirito per poter avere uno sguardo che si lascia illuminare dalla Parola e diviene capace di cogliere la via da percorrere in quel particolare caso: “E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,27).
Integrare, vuol dire  riportare al centro dalla periferia: “Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!" (Lc 24,33-34). 
È però anche l’atteggiamento delle parabole della misericordia; in particolare, della donna che si lascia illuminare dalla lampada e, ritrovando la dracma perduta, le restituisce tutto il suo valore (cfr. Lc 15,8-10). Solo chi è in conversione può guidare l’altro nel cambiamento del cuore, altrimenti si è “ciechi e guide di ciechi” (Mt 15,14). 
«La misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire chi sono i suoi veri figli. Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia, perché a noi per primi è stata usata misericordia».[14]

Amoris Laetitia : chiamati alla gioia dell’amore familiare
Un’ultima parola sul titolo dell’Esortazione: Amoris Laetitia. È l’uscita da un cristianesimo di sagrestia che risplende delle piccole gioie familiari.
«Gesti come il piatto caldo di chi aspetta a cenare, come la prima colazione presto di chi sa accompagnare nell’alzarsi all’alba. Sono gesti familiari. E’ la benedizione prima di dormire e l’abbraccio al ritorno da una lunga giornata di lavoro. L’amore si esprime in piccole cose, nell’attenzione ai dettagli di ogni giorno che fanno sì che la vita abbia sempre sapore di casa»[15].
Soprattutto, in questo splendido testo, c’è l’idea della fedeltà al vincolo coniugale non tanto come un contenuto morale, anche se certamente lo è. Piuttosto c’è la consapevolezza che “da essa, come da una sorgente, scaturisce una intima e duratura felicità” [16]. D’altra parte l’esperienza della comunione sponsale deve avere come grembo di sostegno il cuore della comunità cristiana, dove questa esperienza si fa carne. È bella una comunità dove si vive la «cultura dell’incontro» e si svela «il segreto di Nazaret, pieno di profumo di famiglia!» [17]. C’è ancora troppa solitudine alle spalle di tanti fallimenti matrimoniali ed è evidente che chi si trova accanto relazioni umane ed ecclesiali feconde è maggiormente sostenuto nell’attraversare le crisi. La piccola chiesa domestica può sorgere e sostenersi solo attraverso una vera esperienza di Chiesa. Questo è il compito affidato a tutti noi e questa è la «casa comune» da costruire insieme per le famiglie del mondo, con la consapevolezza che la famiglia è «fabbrica di speranza»[18].









[1] Cfr. Papa Francesco, Veglia di preghiera in preparazione al Sinodo sulla famiglia, Roma, Piazza San Pietro, sabato 4 ottobre 2014.
[2] Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 4, 8 aprile 2016.
[3] Papa Francesco, Veglia di preghiera in preparazione al Sinodo sulla famiglia, Roma, Piazza San Pietro, sabato 4 ottobre 2014.
[4] Cfr. Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 7, 8 aprile 2016.
[5] Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 3, 8 aprile 2016.
[6] Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 37, 8 aprile 2016.
[7] Papa Francesco, Discorso conclusivo del Sinodo ordinario sulla famiglia, 24 ottobre 2015.
[8]Cfr. Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 5, 8 aprile 2016.
[9] Cfr. Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 7, 8 aprile 2016.
[10] Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 6, 8 aprile 2016.
[11] Cfr. Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 16, 8 aprile 2016 – Cfr. Papa Francesco, Incontro con i fidanzati che si preparano al matrimonio, 14 febbraio 2014.
[12] Cfr. Benedetto XVI, Deus Caritas Est, 25 dicembre 2005.
[13] Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 230, 8 aprile 2016.
[14] Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 310, 8 aprile 2016. Udienza Generale, 12 aprile 2015.
[15] Papa Francesco, Santa Messa conclusiva dell’VIII  Incontro Mondiale delle famiglie, Omelia, Philadelfia, domenica 27 settembre 2015.
[16] Beato Paolo VI, Humanae Vitae, 25 luglio 1968, 9.
[17] Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 65, 8 aprile 2016. Udienza Generale, 12 aprile 2015.
[18] Papa Francesco, Veglia di preghiera dell’VIII  Incontro Mondiale delle famiglie, omelia, Philadelfia, sabato 26 settembre 2015. 

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