Ciao a tutti,
oggi è mercoledì e stasera non so cosa fare. Forse guarderò la televisione. Non credo di andare fuori l'ultima serata in cui sono uscita è stata quando ancora avevo scuola e devo dire che grazie all'orario di entrata delle 13:30 del giovedì non ho sofferto di crisi da sonno. Insomma
mercoledì 25 maggio in occasione della Festa parrocchiale noi della Cresima ci siamo avventurati all'ascolto della relazione di Don Paolo Gentili (direttore dell'Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI) ... su Amoris Laetitia!
La proiezione delle diapositive e le spiegazioni sono state fortemente volute da Don Marco che dice che la stampa travisa le notizie dando informazioni solo delle cose di contorno senza scrivere i dettagli delle essenziali e sostanziose affermazioni importanti. L'incontro è iniziato alle 21 e io mi sono fatta accompagnare a casa in fuoristrada (quindi andare ne è valsa doppiamente la pena :)
Ancora non ho avuto modo di leggere tutta l'esortazione di Papa Francesco.... ma comunque pensavo di fare quello che ha consigliato Don Paolo, ai genitori, nonni, educatori, catechisti e presenti ha detto di leggere con attenzione il Capitolo VII: Rafforzare l’educazione dei figli.
Speriamo che riesco a farlo entro la fine di questa settimana.
Speriamo che riesco a farlo entro la fine di questa settimana.
Arrivederci al prossimo post!
Fra79
P.S. E se avete tempo potete leggere le riflessioni esposte durante la serata.
Don Paolo Gentili
Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale
familiare della Conferenza Episcopale Italiana
Il poliedro della
sinodalità frutto di ascolto, confronto, sguardo su Cristo[1]
Possiamo definire l’Amoris Laetitia un «prezioso poliedro»[2]
di 325 paragrafi, frutto di ascolto, confronto, sguardo su Cristo[3],
nell’orizzonte della sinodalità.
Un percorso di Chiesa di oltre due anni, un doppio Sinodo,
arricchito da due ampie consultazioni del Popolo di Dio, un lavoro collegiale
sul documento (9 capitoli in stili diversi[4]).
Il Santo Padre precisa di non attendersi soluzioni
istantanee.
«Ricordando che il tempo è
superiore allo spazio, desidero ribadire che non tutte le discussioni
dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del
magistero»[5].
Si chiede un nuovo sguardo capace
di cogliere le modalità per diffondere e attuare il vangelo della famiglia nel
contesto contemporaneo.
«Siamo
chiamati a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle»[6].
Una speciale chiave di lettura: il collirio della
Misericordia
Papa Francesco nelle
conclusioni del Sinodo, il 24 ottobre 2015, offre una speciale chiave di
lettura.
«L’esperienza
del Sinodo ci ha fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non
sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito; non le idee ma l’uomo; non
le formule ma la gratuità dell’amore di Dio e del suo perdono»[7].
La Misericordia, a cui l’anno Giubilare ci
invita, potrà essere il collirio per questo nuovo sguardo, accrescendo la generosità
che si vive nei legami coniugali e familiari e incoraggiando ad aprire
maggiormente il cuore verso le situazioni in cui la vita familiare non si
realizza perfettamente[8].
Questo documento non richiede una lettura cursiva; piuttosto
potrà essere utilizzato nelle sue varie parti secondo le esigenze del momento
e, a seconda, dei fruitori[9]:
coniugi, intere famiglie, operatori pastorali, consigli presbiterali, consigli
pastorali parrocchiali o diocesani.
Capitolo I: Alla luce della Parola
Capitolo II: La realtà e le sfide delle famiglie
Capitolo III: Lo sguardo rivolto a Gesù- la vocazione
della famiglia
Capitolo IV:
L’amore nel matrimonio
Capitolo V :
L’amore che diventa fecondo
Capitolo VI:
Alcune prospettive pastorali
Capitolo VII:
Rafforzare l’educazione dei figli
Capitolo VIII: Accompagnare, discernere e
integrare la fragilità
Capitolo IX : Spiritualità coniugale e familiare
È il Papa stesso che delinea l’articolazione del documento
offrendo la bussola per orientarsi:
«Nello
sviluppo del testo, 1) comincerò con un’apertura ispirata alle Sacre Scritture,
che conferisca un tono adeguato. A partire da lì 2) considererò la situazione
attuale delle famiglie, in ordine a tenere i piedi per terra. 3) Poi ricorderò
alcuni elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e
la famiglia, per fare spazio così ai 4) 5) due capitoli centrali, dedicati
all’amore. In seguito 6) metterò in rilievo alcune vie pastorali che ci
orientino a costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio, e
dedicherò 7) un capitolo all’educazione dei figli. Quindi 8) mi soffermerò su
un invito alla misericordia e al discernimento pastorale davanti a situazioni
che non rispondono pienamente a quello che il Signore ci propone, e infine 9) traccerò
brevi linee di spiritualità familiare»[10].
Un nuovo linguaggio:
la sinfonia delle differenti note che costituiscono la Chiesa
Si percepisce nel testo un linguaggio nuovo che raccoglie la
freschezza e le differenti sensibilità della Chiesa Universale: dalla Corea
alla Spagna, dalla Colombia al Kenya, dall’Argentina all’Italia (al n. 207
vengono citati gli Orientamenti pastorali
sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia della CEI). Oltre alla
Parola e ai testi del Magistero, vengono riportati al n.118 brani di Martin Luther King, al n. 129 un
episodio del film Il pranzo di Babette, al n. 284 viene citato Erich Fromm, al n. 320
Dietrich Bonhoeffer, al n. 322 Gabriel Marcel.
Particolarmente
bella è la lectio in chiave familiare sull’Inno
alla Carità di 1 Cor 13, dal n.90 al n. 119. È un tracciato dell’«amore
artigianale» che Papa Francesco ha descritto ai fidanzati, come piccolo
itinerario quotidiano[11].
Soprattutto però significa, nella consapevolezza di ciò che sottolineava
Benedetto XVI, spalancare loro un orizzonte di felicità: il compiersi della
propria vita nell’amore sponsale, con tutte le sue espressioni e significati.
«L'amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono
inscindibilmente e all'essere umano si schiude una promessa di felicità che
sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui
confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono». [12]
L’ossatura del testo è costituita dalla Relatio Synodi che i Padri Sinodali hanno consegnato al Santo Padre
nel Sinodo del 2015.
È un linguaggio all’insegna della concretezza e denso di
sensibilità pastorale, che esce dai soliti schemi e chiede un cambio di volto
dell’intera comunità cristiana e un aiuto da famiglia a famiglia, come ad
esempio quando ci si riferisce a chi, dopo il matrimonio, si allontana dalla
comunità.
«È vero che molte coppie di sposi
spariscono dalla comunità cristiana dopo il matrimonio, ma tante volte
sprechiamo alcune occasioni in cui tornano a farsi presenti, dove potremmo riproporre
loro in modo attraente l’ideale del matrimonio cristiano e avvicinarli a spazi
di accompagnamento: mi riferisco, per esempio, al Battesimo di un figlio, alla
prima Comunione, o quando partecipano ad un funerale o al matrimonio di un
parente o di un amico. Quasi tutti i coniugi riappaiono in queste occasioni,
che potrebbero essere meglio valorizzate. Un’altra via di avvicinamento è la
benedizione delle case, o la visita di un’immagine della Vergine, che offrono
l’occasione di sviluppare un dialogo pastorale sulla situazione della famiglia.
Può anche essere utile affidare a coppie più adulte il compito di seguire
coppie più recenti del proprio vicinato, per incontrarle, seguirle nei loro
inizi e proporre loro un percorso di crescita. Con il ritmo della vita attuale,
la maggior parte degli sposi non saranno disposti a riunioni frequenti, e non
possiamo ridurci a una pastorale di piccole élites.
Oggi la pastorale familiare dev’essere essenzialmente missionaria, in uscita,
in prossimità, piuttosto che ridursi ad essere una fabbrica di corsi ai quali
pochi assistono»[13].
Accompagnare, discernere e integrare l’amore fragile
L’atteggiamento verso le fragilità dell’amore è privo di
sentenze di condanna e assume come orizzonte la «legge della gradualità» di cui
parla San Giovanni Paolo II in Familiaris
Consortio al n.34.
È chiaro che è un atteggiamento che un papà e una mamma, che
non siano despoti, mettono quotidianamente in pratica, avendo verso i figli uno
sguardo differenziato, a seconda del periodo che ciascuno sta attraversando e
avendo più comprensione per il figlio più debole e insegnando ai suoi fratelli
ad avere nei suoi confronti lo stesso atteggiamento. ”Noi, che siamo i forti,
abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi”
(Rom 15,1).
Papa Francesco ha una fiducia profonda nell’efficacia della
Grazia sacramentale del matrimonio, che può sgorgare nel cuore di ogni figlio o
figlia di Dio e portare in quelle giare il vino nuovo del suo amore: il vino
nuovo offre occhi nuovi.
Accompagnare, implica
mettersi accanto nello stile di Emmaus (cfr. Lc 24, 13-35), addirittura
fingendo all’inizio di non sapere, come fa Gesù: “"Solo tu sei forestiero
a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò
loro: "Che cosa?" (Lc 24, 18-19).
Discernere, significa implorare la luce dello Spirito per poter
avere uno sguardo che si lascia illuminare dalla Parola e diviene capace di
cogliere la via da percorrere in quel particolare caso: “E,
cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò
che si riferiva a lui” (Lc 24,27).
Integrare, vuol
dire riportare al centro dalla periferia:
“Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme,
dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali
dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!" (Lc
24,33-34).
È però anche l’atteggiamento delle parabole della
misericordia; in particolare, della donna che si lascia illuminare dalla
lampada e, ritrovando la dracma perduta, le restituisce tutto il suo valore
(cfr. Lc 15,8-10). Solo chi è in conversione può guidare l’altro nel
cambiamento del cuore, altrimenti si è “ciechi e guide di ciechi” (Mt 15,14).
«La
misericordia non è solo l’agire del Padre, ma diventa il criterio per capire
chi sono i suoi veri figli. Insomma, siamo chiamati a vivere di misericordia,
perché a noi per primi è stata usata misericordia».[14]
Amoris Laetitia : chiamati alla gioia dell’amore
familiare
Un’ultima parola
sul titolo dell’Esortazione: Amoris Laetitia. È l’uscita da un cristianesimo di
sagrestia che risplende delle piccole gioie familiari.
«Gesti come il piatto caldo di chi aspetta a cenare, come la
prima colazione presto di chi sa accompagnare nell’alzarsi all’alba. Sono gesti
familiari. E’ la benedizione prima di dormire e l’abbraccio al ritorno da una
lunga giornata di lavoro. L’amore si esprime in piccole cose, nell’attenzione
ai dettagli di ogni giorno che fanno sì che la vita abbia sempre sapore di
casa»[15].
Soprattutto, in questo splendido testo, c’è l’idea della
fedeltà al vincolo coniugale non tanto come un contenuto morale, anche se
certamente lo è. Piuttosto c’è
la consapevolezza che “da essa, come da
una sorgente, scaturisce una intima e duratura felicità” [16].
D’altra parte l’esperienza della comunione sponsale deve avere come grembo di
sostegno il cuore della comunità cristiana, dove questa esperienza si fa carne.
È bella una comunità dove si vive la «cultura dell’incontro» e si svela «il segreto di
Nazaret, pieno di profumo di famiglia!» [17]. C’è
ancora troppa solitudine alle spalle di tanti fallimenti matrimoniali ed è
evidente che chi si trova accanto relazioni umane ed ecclesiali feconde è
maggiormente sostenuto nell’attraversare le crisi. La piccola chiesa domestica
può sorgere e sostenersi solo attraverso una vera esperienza di Chiesa. Questo
è il compito affidato a tutti noi e questa è la «casa comune» da costruire
insieme per le famiglie del mondo, con la consapevolezza che la famiglia è
«fabbrica di speranza»[18].
[1] Cfr. Papa Francesco, Veglia di preghiera in preparazione al
Sinodo sulla famiglia, Roma, Piazza San Pietro, sabato 4 ottobre 2014.
[3] Papa Francesco, Veglia di preghiera in preparazione al
Sinodo sulla famiglia, Roma, Piazza San Pietro, sabato 4 ottobre 2014.
[11] Cfr.
Papa Francesco, Amoris Laetitia n. 16, 8 aprile 2016 – Cfr.
Papa Francesco, Incontro
con i fidanzati che si preparano al matrimonio, 14 febbraio 2014.
[12] Cfr. Benedetto XVI, Deus Caritas Est, 25 dicembre 2005.
[15] Papa Francesco, Santa Messa conclusiva dell’VIII Incontro Mondiale delle famiglie, Omelia,
Philadelfia, domenica 27 settembre 2015.
[18] Papa Francesco, Veglia di preghiera dell’VIII Incontro Mondiale delle famiglie, omelia,
Philadelfia, sabato 26 settembre 2015.
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